discussione X: riprendiamo da qui, da un altro forum..se xx e xy mi seguono

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view post Posted on 14/5/2013, 11:26     +1   -1
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maniomio di Volterra

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dove eravamo rimasti?
Proseguo qui la discussione, per me interessante sul'amore, il senso d ella vita, il rapporto
uomo-donna , tersite sono io , quindi riporto il mio intervento,m sperando che xx e xy
non metto i loro veri nomi si sa mai :rolleyes: vogliano intervenire, nel forum di origine
infatti non penso che interverrò più molto , sia perchè mi son fatto il forumino
sia perchè il tempo è poco...
CITAZIONE
tersite ha scritto:
Allora molta carne a l fuoco...e sono stato chiamato in causa
Anch'io penso come XY che l'uomo maturo sia più interessante
del ragazzo giovane , almeno nel mio caso è stato così
Nell'episodio che ho riportato a Minorca avevo già 51 anni , quindi più che maturo
la ragazza Sara ne aveva 23 ... Magari ero io che in vacanza e libero dai pensieri
e magari un pochino più sicuro di me (ma molto poco in effetti...)
avrò mandato dei segnali positivi chissà
Ma tutti questi discorsi di uomini maturi o addirittura vecchi con ragazze giovani
mi lasciano abbastanza indifferente e cerco di spiegare il perché, pur (forse) desiderando le donne
non lascio che succeda nulla , diciamo per dire che xy gioca la partita e perde
ma io non scendo nemmeno in campo! Forse per dire che magari potevo vincere?
E' una possibilità , ma credo che sia una gran paura , probabilmente ho avuto esperienza
con la sola donna della mia vita (mia madre) una brutta esperienza ...Non nel senso sessuale ovvio
E temo che tutte le donne siano così , possessive , castranti, ossessive , dominatrici
C'è un film bellissimo di Claude Sautet
"un cuore in inverno" di un uomo che si innamora (o finge di innamorarsi il film sta tutto lì )
di una bellissima donna che ricambia e quando lei si rivela a lui gli offre il suo amore
lui la rifiuta , dice che si era sbagliata , un impotente a livello psichico
e forse anche fisico ...oppure un film sulla paura dia amare , perché amare vuol dire vivere
e non soltanto sognare o chattare dietro ad uno schermo del pc

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Eddd
view post Posted on 19/5/2013, 12:54     +1   -1




CITAZIONE
tersite ha scritto:
Allora molta carne a l fuoco...e sono stato chiamato in causa
Anch'io penso come XY che l'uomo maturo sia più interessante
del ragazzo giovane , almeno nel mio caso è stato così
Nell'episodio che ho riportato a Minorca avevo già 51 anni , quindi più che maturo
la ragazza Sara ne aveva 23 ... Magari ero io che in vacanza e libero dai pensieri
e magari un pochino più sicuro di me (ma molto poco in effetti...)
avrò mandato dei segnali positivi chissà
Ma tutti questi discorsi di uomini maturi o addirittura vecchi con ragazze giovani
mi lasciano abbastanza indifferente e cerco di spiegare il perché, pur (forse) desiderando le donne
non lascio che succeda nulla , diciamo per dire che xy gioca la partita e perde
ma io non scendo nemmeno in campo! Forse per dire che magari potevo vincere?
E' una possibilità , ma credo che sia una gran paura , probabilmente ho avuto esperienza
con la sola donna della mia vita (mia madre) una brutta esperienza ...Non nel senso sessuale ovvio
E temo che tutte le donne siano così , possessive , castranti, ossessive , dominatrici
C'è un film bellissimo di Claude Sautet
"un cuore in inverno" di un uomo che si innamora (o finge di innamorarsi il film sta tutto lì )
di una bellissima donna che ricambia e quando lei si rivela a lui gli offre il suo amore
lui la rifiuta , dice che si era sbagliata , un impotente a livello psichico
e forse anche fisico ...oppure un film sulla paura dia amare , perché amare vuol dire vivere
e non soltanto sognare o chattare dietro ad uno schermo del pc

Ciao Edipo (ti chiamo col nuovo nick ^_^),
speriamo venga anche amore di qua...
Io, come vedi, sono un po' lento nel muovermi, con accelerazioni e rallentamenti, e delle volte manco proprio, ma in un modo o nell'altro ci sono e mantengo una certa continuità. Ora mi sono accorto della riapertura della discussione X iniziata su Pagine Blu e così adesso intervengo.

Non so, io ad essere sincero provo molta ansia nel relazionarmi con l'altro sesso, soprattutto quando una donna in qualche modo la trovo interessante. Incontro un'amica di una mia amica in un bar e sudo sette camicie per intrattenere una conversazione, certo alcuni psicoterapeuti ti dicono che quell'ansia ti serve per affrontare la situazione, altri che devi provare e riprovare perché secondo loro poi sparisce (e con me non funziona), altri ancora sostengono che bisogna analizzare le cause e per magia poi questa si dovrebbe attenuare, altri semplicemente ti dicono "sopporta, questa è la vita", ma tutti questi sistemi e racconti per me non servono a molto, perché io così comunque tanto bene non vivo.

E' un disagio forte per me questo, ma è legato un po' a tutta la mia esistenza, il mio aspetto, la mia condizione sociale: anche quando le hai analizzate le cose e compreso tutte le connessioni, le cose non è che cambiano.

Certo se una persona che mi piace si spostasse lei verso di me, io proverei meno ansia perché penserei "in fondo lei già è motivata in qualche modo ad avvicinarsi, qualcosa di me le piacerà", ma quando questo non avviene e non avviene (o avviene per altri motivi piuttosto spiacevoli per me), mi trovo sempre in difficoltà.
Non mi sono mai sentito una persona particolarmente attraente sotto diversi punti di vista. Questo mio sentire ovviamente è dipeso anche dalle avances e le risposte positive che sono riuscito ad ottenere in passato, e me lo porto dietro, ecco io non mi sento bloccato da forze sconosciute, sono proprio effettivamente impacciato, ma perché penso che sia vero che non risulto particolarmente attraente sotto il punto di vista delle relazioni con l'altro sesso, perché non ho un buon reddito (praticamente non ce l'ho proprio), non ho un bell'aspetto, ecc. ecc.

Non è che il problema sta nel fatto che io penso queste cose, sta nel fatto che mi mancano certe caratteristiche sociali che le persone dell'altro sesso reputano indispensabili per intrattenere una relazione soddisfacente con un uomo, se una donna decidesse di mettersi con me, questa prima o poi inizierà a pretendere comunque da me che produca un reddito, come d'altra parte lo pretende già tutto il consorzio umano.

Il guaio è che queste caratteristiche, per altri motivi, non sono tanto intenzionato ad acquisirle volentieri, soprattutto l'ambito professionale a me provoca altri guai e disagi. Il suggerimento "trovati un lavoro" non serve, se avessi voluto fare questa cosa l'avrei già dovuta fare da un bel po' di tempo. Per piacere ad una donna che mi piaccia dovrei essere in un certo modo, io così non lo sono e non so nemmeno se voglio diventarlo, e perciò devo accontentarmi o dovrei accontentarmi, ma non mi accontento.

Alla fine conosco il conflitto (conflitto che non è propriamente intrapsichico ma tra quel che desidero io e quel che desiderano le persone attorno a me, persone che non stanno mica nella mia testa), ma conoscerlo non risolve un accidenti, dovrebbe potersi attuare qualcosa di alternativo a quel che conosco già che migliori le cose, ma gli strizzacervelli non è che siano delle cime, i consigli che ti possono dare alla fine te li puoi dare pure tu da solo.

Non posso far finta di sentirmi sicuro se poi le relazioni che intrattengo sono sempre insicure all'ennesima potenza, e perciò qua il problema per me non è solo psicologico... Io lo definirei psico-socio-economico, per questo gli psicologi-psicoterapeuti devono rivedere a monte le loro teorie per me. Gli psicoanalisti in testa a tutti.

Se si crede che la malattia mentale sia qualcosa di completamente diverso da uno stato psichico di infelicità cronica, secondo me non si è capito un tubo...
"Molto sarà guadagnato se riusciremo a trasformare la sua infelicità nevrotica in una infelicità comune. Contro l’infelicità comune lei potrà difendersi meglio, con una vita psichica risanata"
Ma se si è infelici non è che ci si può difendere da questa cosa, Freud pure diceva sciocchezze. E' solo il modo di manifestare la propria infelicità che cambia dopo queste false cure, e non si sa bene nemmeno se si guadagna o meno qualcosa nel modificare questa manifestazione (qua quello che guadagna qualcosa di sicuro è lo psicoanalista se non lavora aggratis), può darsi anche che le cose peggiorino.

Se sei scontento o frustrato, puoi manifestare questi stati col pianto, parlando con qualcuno, prendendo a calci una scatola di cartone, mettendoti a letto, quali siano le manifestazioni sane, e quali quelle patologiche è un falso problema.
O si risolve a monte proprio lo stato di infelicità cronico, o tutte le chiacchiere su nevrosi e altre malattie (pressappoco inventate e costruite a tavolino, perché relative ad un'idea di manifestazione appropriata dei sentimenti umani) non servono a molto. Che le persone attorno a me (in particolare gli psicoanalisti, gli psichiatri e così via) mi riconoscano come malato di mente o come persona sana di mente, ma molto infelice, a me in prima persona cosa me ne frega?

Se questi una cura per l'infelicità poi ce l'hanno può servire a qualcosa, ma se questi non hanno in mano proprio nulla, come la maggior parte degli altri esseri umani è un'altra presa per i fondelli.

Edited by Eddd - 20/5/2013, 08:57
 
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view post Posted on 19/5/2013, 14:54     +1   -1
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maniomio di Volterra

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amore si è già iscritta a questo forum, con quale nick sarà lei s tessa a dirlo
se ritiene di farlo , quanto al resto ci ritornerò sopra con più calma
alcune cose che dici sono sacrosante , con altre sci sarebbe da "lavorare"
non bisogna credere che la psicoterapia sia la panacea per guarire tutti i mali
perché non è così , certi passi dobbiamo farli da soli non c'è Freud che tenga
ma ripeto ci tornerò col disocrso
 
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view post Posted on 21/5/2013, 17:43     +1   -1
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maniomio di Volterra

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Alla fine conosco il conflitto (conflitto che non è propriamente intrapsichico ma tra quel che desidero io e quel che desiderano le persone attorno a me, persone che non stanno mica nella mia testa), ma conoscerlo non risolve un accidenti, dovrebbe potersi attuare qualcosa di alternativo a quel che conosco già che migliori le cose, ma gli strizzacervelli non è che siano delle cime, i consigli che ti possono dare alla fine te li puoi dare pure tu da solo.

Non posso far finta di sentirmi sicuro se poi le relazioni che intrattengo sono sempre insicure all'ennesima potenza, e perciò qua il problema per me non è solo psicologico... Io lo definirei psico-socio-economico, per questo gli psicologi-psicoterapeuti devono rivedere a monte le loro teorie per me. Gli psicoanalisti in testa a tutti.

secondo Wilhelm Reich uno psicoanalista che ammiro , anche s e la sua visone della "società borghese" è ormai datata
e superata dalla storia , la nevrosi è una corazza caratteriale , una corazza che serve a proteggersi dalla propria sessualità costruita negli anni e naturalmente inconscia, diciamo che è una corazza costruita nell'infanzia per rispondere ad una minaccia che ormai non c'è più è out-to-date , però è ancora lì che fa danni ...
In questa visione la psicoanalisi serve a riportare alla luce quegli eventi che hanno costruito la corazza , sbrogliando la matassa (il che non è affatto facile) ma poi la persona ormai "guarita" deve andare verso la vita , il passo deve farlo lui non l'analista . A volte ho come l'impressione che non tutti quelli che si rivolgono ad un analista , siano realmente nevrotici, se si è rifiutati perché motivi molto concreti , perché non si è attraenti ,non si ha un lavoro etc...
dubito assai che la psicoterapia possa fare molto e il caso di darsi da fare in prima persona
ovviamente non mi sto riferendo ate Eddd, ti conosco poco
 
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Eddd
view post Posted on 22/5/2013, 12:07     +1   -1




CITAZIONE
secondo Wilhelm Reich uno psicoanalista che ammiro , anche s e la sua visone della "società borghese" è ormai datata
e superata dalla storia , la nevrosi è una corazza caratteriale , una corazza che serve a proteggersi dalla propria sessualità costruita negli anni e naturalmente inconscia, diciamo che è una corazza costruita nell'infanzia per rispondere ad una minaccia che ormai non c'è più è out-to-date , però è ancora lì che fa danni ...
In questa visione la psicoanalisi serve a riportare alla luce quegli eventi che hanno costruito la corazza , sbrogliando la matassa (il che non è affatto facile) ma poi la persona ormai "guarita" deve andare verso la vita , il passo deve farlo lui non l'analista . A volte ho come l'impressione che non tutti quelli che si rivolgono ad un analista , siano realmente nevrotici, se si è rifiutati perché motivi molto concreti , perché non si è attraenti ,non si ha un lavoro etc...
dubito assai che la psicoterapia possa fare molto e il caso di darsi da fare in prima persona
ovviamente non mi sto riferendo ate Eddd, ti conosco poco

Se in prima persona già si poteva risolvere il problema posto dalla persona stessa, la persona l'avrebbe già dovuto risolvere. C'è una mia amica che aveva due tartarughe, una delle due mangiava, l'altra molto meno e spesso non riusciva nemmeno a centrare con la bocca i pezzettini di cibo... La tartaruga è diventata sempre più debole, in seguito si è ammalata improvvisamente e nel giro di un giorno è morta... Ora un animale là, in quell'ambiente, in prima persona cosa doveva e poteva fare in base a quel di cui disponeva per sopravvivere?

Alla fine qua nel mondo umano ed animale è sempre in atto una selezione naturale... Sempre... Se qualcuno muore, non riesce a riprodursi, o viene sterminato a causa di certe sue caratteristiche, si sosterrà sempre che in prima persona non doveva essere quel che era.
I panda non si accoppiano e non trovano più un ambiente favorevole in cui accoppiarsi e se le cose restano così prima o poi spariranno di sicuro, se nessun altro in seconda e terza persona fa assolutamente nulla per farli sopravvivere,
il panda in prima persona già è presente.

Ora il problema non può essere insito nell'individuo, in qualsiasi caso. Se si osservano bene le cose per me dev'essere così, sia nei casi in cui si afferma che l'individuo è malato di mente che nei casi in cui è malato di qualcos'altro, ed anche nei casi in cui è un disadattato, un terrorista e così via.

Se l'individuo vive già male e gli si dice "dipende da te" bisogna chiarire in che senso dipende da lui, di sicuro dipende da lui il giudizio negativo e positivo su quel che c'è (ad esempio rispetto a certe condotte da tenere e altro), ma si può curare una persona destinata a morire perché non vuol sottomettersi a certe cose, convincendola da un lato o a sottomettersi a queste, oppure dall'altro che la morte non è un male e che va bene tutto così com'è?

E' una cura questa? Per me no. Certi equilibri o li si crea realmente nell'ambiente riducendo concretamente i conflitti in gioco, oppure si prendono per i fondelli tutti quanti con certi giochetti moral-psicologici in cui si cerca di evangelizzare le menti.
Sono addirittura contro certe cure riabilitative per le persone violente, che rubano e così via. La società civile si vuol solo difendere con queste cure qua, queste cure non sono un qualcosa che favorisce l'individuo, servono solo per tenerlo da qualche parte calmo e per non fargli disturbare le persone sane di mente, e tutte quelle che stanno bene.

Che si usi un codice di giudizio basato sulla presunta salute mentale o un codice giuridico-morale le cose non cambiano.

Per curare davvero bisogna trovare un modo per non sottomettersi e contemporaneamente sopravvivere, non esistono altre strade, le strade che mostrano certi psicoterapeuti, e quelle che mostrano certe altre persone che all'apparenza si mostrano amichevoli, tanto amichevoli non lo sono affatto se le si osserva bene.

E' proprio la sofferenza che è presente in queste strade l'indice che può dimostrare quanto queste strade non siano adatte per l'individuo stesso. C'è una morale ed un'etica della sofferenza che tende a farla accettare, questa morale serve a molte persone attorno al disadattato, ma non al disadattato stesso che poi deve convincersi che va bene così, a me bene non va, e finché non me la si mostra davvero una strada che mi sta bene, di resistenze ne troveranno sempre tutti: educatori, analisti, genitori e altro.

Se la malattia per questi qua sono le resistenze, per me non hanno capito proprio nulla e continuano a non capire nulla. Sarebbero capaci di strappare via il carapace ad una tartaruga sostenendo che questo le impedisce di muoversi agevolmente per adattarla ad un certo ambiente.
 
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4 replies since 14/5/2013, 11:26   100 views
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