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Eddd
view post Posted on 22/5/2013, 12:07 by: Eddd     +1   -1




CITAZIONE
secondo Wilhelm Reich uno psicoanalista che ammiro , anche s e la sua visone della "società borghese" è ormai datata
e superata dalla storia , la nevrosi è una corazza caratteriale , una corazza che serve a proteggersi dalla propria sessualità costruita negli anni e naturalmente inconscia, diciamo che è una corazza costruita nell'infanzia per rispondere ad una minaccia che ormai non c'è più è out-to-date , però è ancora lì che fa danni ...
In questa visione la psicoanalisi serve a riportare alla luce quegli eventi che hanno costruito la corazza , sbrogliando la matassa (il che non è affatto facile) ma poi la persona ormai "guarita" deve andare verso la vita , il passo deve farlo lui non l'analista . A volte ho come l'impressione che non tutti quelli che si rivolgono ad un analista , siano realmente nevrotici, se si è rifiutati perché motivi molto concreti , perché non si è attraenti ,non si ha un lavoro etc...
dubito assai che la psicoterapia possa fare molto e il caso di darsi da fare in prima persona
ovviamente non mi sto riferendo ate Eddd, ti conosco poco

Se in prima persona già si poteva risolvere il problema posto dalla persona stessa, la persona l'avrebbe già dovuto risolvere. C'è una mia amica che aveva due tartarughe, una delle due mangiava, l'altra molto meno e spesso non riusciva nemmeno a centrare con la bocca i pezzettini di cibo... La tartaruga è diventata sempre più debole, in seguito si è ammalata improvvisamente e nel giro di un giorno è morta... Ora un animale là, in quell'ambiente, in prima persona cosa doveva e poteva fare in base a quel di cui disponeva per sopravvivere?

Alla fine qua nel mondo umano ed animale è sempre in atto una selezione naturale... Sempre... Se qualcuno muore, non riesce a riprodursi, o viene sterminato a causa di certe sue caratteristiche, si sosterrà sempre che in prima persona non doveva essere quel che era.
I panda non si accoppiano e non trovano più un ambiente favorevole in cui accoppiarsi e se le cose restano così prima o poi spariranno di sicuro, se nessun altro in seconda e terza persona fa assolutamente nulla per farli sopravvivere,
il panda in prima persona già è presente.

Ora il problema non può essere insito nell'individuo, in qualsiasi caso. Se si osservano bene le cose per me dev'essere così, sia nei casi in cui si afferma che l'individuo è malato di mente che nei casi in cui è malato di qualcos'altro, ed anche nei casi in cui è un disadattato, un terrorista e così via.

Se l'individuo vive già male e gli si dice "dipende da te" bisogna chiarire in che senso dipende da lui, di sicuro dipende da lui il giudizio negativo e positivo su quel che c'è (ad esempio rispetto a certe condotte da tenere e altro), ma si può curare una persona destinata a morire perché non vuol sottomettersi a certe cose, convincendola da un lato o a sottomettersi a queste, oppure dall'altro che la morte non è un male e che va bene tutto così com'è?

E' una cura questa? Per me no. Certi equilibri o li si crea realmente nell'ambiente riducendo concretamente i conflitti in gioco, oppure si prendono per i fondelli tutti quanti con certi giochetti moral-psicologici in cui si cerca di evangelizzare le menti.
Sono addirittura contro certe cure riabilitative per le persone violente, che rubano e così via. La società civile si vuol solo difendere con queste cure qua, queste cure non sono un qualcosa che favorisce l'individuo, servono solo per tenerlo da qualche parte calmo e per non fargli disturbare le persone sane di mente, e tutte quelle che stanno bene.

Che si usi un codice di giudizio basato sulla presunta salute mentale o un codice giuridico-morale le cose non cambiano.

Per curare davvero bisogna trovare un modo per non sottomettersi e contemporaneamente sopravvivere, non esistono altre strade, le strade che mostrano certi psicoterapeuti, e quelle che mostrano certe altre persone che all'apparenza si mostrano amichevoli, tanto amichevoli non lo sono affatto se le si osserva bene.

E' proprio la sofferenza che è presente in queste strade l'indice che può dimostrare quanto queste strade non siano adatte per l'individuo stesso. C'è una morale ed un'etica della sofferenza che tende a farla accettare, questa morale serve a molte persone attorno al disadattato, ma non al disadattato stesso che poi deve convincersi che va bene così, a me bene non va, e finché non me la si mostra davvero una strada che mi sta bene, di resistenze ne troveranno sempre tutti: educatori, analisti, genitori e altro.

Se la malattia per questi qua sono le resistenze, per me non hanno capito proprio nulla e continuano a non capire nulla. Sarebbero capaci di strappare via il carapace ad una tartaruga sostenendo che questo le impedisce di muoversi agevolmente per adattarla ad un certo ambiente.
 
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4 replies since 14/5/2013, 11:26   100 views
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