| Psiche, certo che ti rispondo, ci mancherebbe. Dire che il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce è come dire che i sentimenti sono una parte distaccata di una persona, concepita come entità eternamente combattuta tra le emozioni e la ragione. Questo non è propriamente vero, perché sappiamo che la vita di una persona è fatta di tante cose, le dinamiche umane sono variegate e non sono così "semplici" come spesso le parole suggeriscono. Può accadere, però, che non si riconoscano, ad un livello cosciente, i motivi dei propri atti, o dei propri sentimenti, e che quindi le ragioni del cuore appaiano sconosciute, incomprensibili.
Una terapia non ha lo scopo di guarire le patologie del cuore, ma magari aiutare una persona che ne ha bisogno, fornendole degli strumenti per far fronte a determinate situazioni, quali possono essere anche le "questioni di cuore". Del resto, il modo in cui si agisce in senso emotivo (quindi del partner, ma anche degli amici, le persone care, noi stessi e determinate situazioni) dipende dalla nostra soggettività, dal nostro "carattere", insomma, dal nostro assetto personale.
Se invece parliamo di vere e proprie "patologie", e quindi non più di condizioni che semplicemente implicano l'agire in senso emotivo, si apre un argomento molto più vasto ed è impossibile dire come si fa ad affrontare quei disturbi che mettono radici nel mondo degli affetti: esistono differenti patologie, differenti persone e differenti terapie, bisogna ragionare a seconda dei casi specifici. Una cosa però la dico con certezza: il cuore ha certamente le sue ragioni, spesso oscure, ma è un universo più che comprensibile e, volendo, gestibile.
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